Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale

Da sinistra il maresciallo Semën Michajlovič Budënnyj, Stalin e il maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov, durante la Parata della vittoria di Mosca del 1945
Carri IS II davanti alla Porta di Brandeburgo, al termine della battaglia di Berlino

L'Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale ha avuto una parte decisiva nella vittoria degli Alleati sulla Germania nazista e le altre potenze dell'Asse nel teatro europeo delle operazioni[1][2][3][4][5].

L' Armata Rossa sovietica dovette combattere sull'immenso Fronte orientale dal 1941 al 1945 contro la grande maggioranza delle forze armate della Wehrmacht e dei suoi alleati e subì perdite elevatissime nelle grandi battaglie aero-terrestri della lunga campagna all'est. La Wehrmacht tedesca subì oltre l'80% delle sue perdite totali di uomini e mezzi combattendo contro l'Armata Rossa[6].

Dopo aver stipulato un accordo sulla sicurezza dei propri confini con la Germania nazista, codificato nel patto Molotov-Ribbentrop, il quale definiva anche le "sfere di influenza" dei due paesi sull'Europa Orientale, l'Unione Sovietica guidata da Stalin si trovò impreparata di fronte alla potenza della Wehrmacht tedesca che sferrò un devastante attacco a sorpresa il 22 giugno 1941. Dopo una fase iniziale caratterizzata da gravissime sconfitte e dall'invasione del territorio sovietico dell'Ucraina, Bielorussia, Crimea, paesi baltici, l'Armata Rossa riuscì finalmente a fermare l'avanzata tedesca con la battaglia di Mosca nel dicembre 1941 e a passare alla controffensiva con la decisiva vittoria di Stalingrado nell'inverno 1942-43. Le perdite umane della "Grande guerra patriottica"[7] tra i civili, obiettivo della spietata politica di sterminio e pulizia etnica dei nazisti, e tra i soldati, uccisi o presi prigionieri soprattutto nelle grandi sconfitte iniziali, sono state calcolate in oltre 60 milioni[8].

Nonostante l'inizio catastrofico, Stalin, capo supremo politico e militare dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale riuscì progressivamente a organizzare, impiegando spesso metodi di governo estremamente duri, le forze economiche, politiche e militari del paese, mantenne la coesione nelle varie nazionalità, sostenne e accrebbe il patriottismo tra i popoli sovietici. Le armate sovietiche, potentemente equipaggiate con migliaia di carri armati, cannoni e aerei, e sostenute anche dagli importanti aiuti economici e militari degli Alleati occidentali, terminarono la guerra in Europa con la conquista di Berlino e con la vittoria totale sulla Germania nazista.

L'Unione Sovietica nell'agosto 1945 partecipò anche alla guerra contro il Giappone e contribuì, con la riuscita e rapidissima invasione della Manciuria, alla resa dell'Impero del Sol Levante.

Con la vittoria, l'Unione Sovietica, che al termine della guerra occupava tutte le nazioni dell'Europa centro-orientale, parte dell'Austria e la Germania orientale, conseguì importanti obiettivi politici e accrebbe enormemente il suo prestigio e la sua influenza nel mondo, divenendo la seconda potenza mondiale in accesa rivalità con gli Stati Uniti d'America e il suo sistema di alleanze.

  1. ^ Overy, pp. 9, 331.
  2. ^ Winston Churchill disse che «furono i russi a cavare le budella all'esercito tedesco»; in: Werth, p. 10.
  3. ^ Bellamy, p. XVII.
  4. ^ Graziosi, p. 553.
  5. ^ Boffa, vol. II, p. 249.
  6. ^ Overy, p. 332.
  7. ^ La denominazione sempre utilizzata in Unione Sovietica e Russia per indicare la seconda guerra mondiale sul fronte orientale; in: Boffa, vol. II, p. 189.
  8. ^ Boffa, vol. II, p. 300.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search